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L’omicidio di Stefano Marilungo. L’autopsia: “Brutale pestaggio”.

Potrebbe essere stato ucciso da un calcio fatale Stefano Marilungo, l’operatore funerario morto durante la tragica rapina di sabato scorso. È questo l’inquietante elemento emerso dopo l’autopsia effettuata dalla dottoressa Alessia Romanelli sul corpo della vittima. Sulla salma sono stati riscontrati i segni di un brutale pestaggio che ha lasciato lesioni in diverse parti del corpo. Lesioni compatibili con violenti e ripetuti colpi inferti senza l’ausilio di corpi contundenti. Agli occhi del medico legale non sarebbe sfuggita un forte trauma, con conseguente emorragia, sulla parte posteriore del collo, attribuibile ad un calcio. Se inizialmente si era parlato di morte per asfissia, dovuta al nastro da pacchi arrotolato fino a coprire il naso e la bocca della vittima, ora le carte in tavola potrebbero cambiare: l’uomo potrebbe essere stato ucciso con calci e pugni. A confermare questa ipotesi ci sarebbe anche la testimonianza del fratello della vittima che ha raccontato agli inquirenti di aver visto Stefano subire un terribile pestaggio, culminato con un calcio tra capo e collo, che avrebbe fatto perdere i sensi all’uomo. Allora è stato un colpo fatale o il soffocamento ha provocare il decesso? Il medico legale riprenderà l’esame sul corpo per ulteriori conferme su quella che sta diventando più di una ipotesi. Al di là di quella che risulterà ufficialmente essere la causa delle morte, resta la ferocia con cui i tre banditi, ancora ricercati dalle forze dell’ordine, hanno agito.

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