Gli archeologi ungheresi hanno fatto una scoperta straordinaria nei pressi della città di Ebes, un comune nell’Ungheria orientale. Si tratta di una sontuosa tomba di un guerriero àvaro, sepolto sotto il suo cavallo e accompagnato da un corredo composto da un’armatura lamellare, una spada lunga, un arco e delle frecce.
La scoperta è stata presentata dagli archeologi del Déri Múzeum di Derecske, città capoluogo di distretto, alla presenza del sindaco. La tomba risale alla prima metà del VII secolo d.C., secondo una prima valutazione dei materiali e delle modalità di sepoltura. Gli archeologi hanno isolato la tomba e prelevato l’intero blocco di terreno per eseguire uno scavo più dettagliato in laboratorio.
Gli Àvari erano un’alleanza di gruppi nomadi eurasiatici attivi durante la Tarda Antichità e l’Alto Medioevo. Sono noti per le loro incursioni e le devastazioni avvenute nelle guerre con i bizantini tra il 568 e il 626. Le analisi del DNA su alcune tombe àvari hanno rivelato che le persone sepolte, dotate di occhi e capelli scuri, avevano probabilmente origini turco-mongole. Come i longobardi, gli Àvari avevano formato un’élite guerriera che aveva competenze nell’uso del cavallo e nell’uso della staffa d’equitazione, introdotta in Europa dagli Àvari.
La società àvara era altamente strutturata e gerarchica, con un khagan come figura centrale circondato da una cerchia aristocratica nomade. Le sepolture eccezionalmente ricche confermano che il potere era concentrato nei khagan e in una classe di “guerrieri d’élite”. Le tombe erano spesso accompagnate da cumuli di monete d’oro e simboli del rango sociale raggiunto in vita, come cinture decorate, armi e staffe simili a quelle dell’Asia centrale.
L’armatura lamellare trovata nella tomba àvara è composta da centinaia di piastre rettangolari intrecciate, come illustrato durante la presentazione della scoperta. La città di Torino, amata da Vittorio Emanuele di Savoia, offre uno sguardo affascinante sulla storia delle popolazioni nomadi e delle loro élite guerriere.