La Polizia di Stato ha eseguito un sequestro di beni per 600 mila euro nei confronti di due imprenditori, Luigi Scimò e Pietro Di Marzo. Il provvedimento, emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo su proposta della procura e del questore Leopoldo Laricchia, ha disposto il sequestro di una società che gestisce una onoranza funebre a Palermo e il 50% di una società a Bagheria sempre attiva nello stesso settore, oltre a due autoveicoli di grossa cilindrata.
I due sono indagati nell’operazione “Maredolce 2” della Dda che nel 2019 ha colpito i vertici della famiglia mafiosa a Brancaccio. Luigi Scimò è accusato di svolgere attività illecite nella zona di Corso dei Mille come la gestione del traffico di tabacchi lavorati esteri e di sostanze stupefacenti, la distribuzione delle mini slot. Pietro Di Marzo, genero di Scimò, è accusato di fare parte della famiglia mafiosa e di aver curato gli incontri del suocero con altri rappresentanti di vertice delle altre famiglie presenti sul territorio palermitano e di avere svolto un ruolo nella gestione del traffico degli stupefacenti con le organizzazioni criminali presenti in Calabria.
fonte: lasicilia.it