Tredici dipendenti Ama e tre impresari funebri sono finiti a processo con accuse che vanno. a diverso titolo, dalla truffa al vilipendio di cadavere. Sono accusati di aver truffato i parenti dei defunti offrendo una soluzione alternativa e meno dispendiosa alla cremazione, ma vietata dalla legge. A incastrarli le telecamere piazzate dai carabinieri tra i vasi di fiori delle tombe: le immagini riprendono i dipendenti mentre smembrano cadaveri, facendoli a pezzi e poi buttandoli nell’ossario comune. Venivano pagati in nero dai parenti dei defunti, che così potevano spendere di meno rispetto a una cremazione. Sono tre finora i casi accertati che si sarebbero svolti tra gennaio e febbraio 2020, per un guadagno di poche centinaia di euro.
Ma cosa accadeva in pratica? Dopo che una salma passa trent’anni all’interno del loculo deve passare nell’ossario comune per far posto ad altri corpi. C’è però un problema: in alcuni casi, i cadaveri si conservano così bene che non possono essere spostati in quello stato, ma vanno prima cremati. E cremare un corpo ha costi abbastanza elevati, che non tutti possono permettersi. Così, secondo la ricostruzione dell’accusa, i dipendenti Ama avevano trovato un modo per far risparmiare ai parenti dei defunti e guadagnare qualcosa loro. Proponevano una soluzione alternativa alla cremazione, più economica, ma molto vaga. Non spiegavano nel dettaglio che il cadavere sarebbe stato sezionato con una lama e poi gettato all’interno dell’ossario. Ora in sedici finiranno a processo: spetterà al giudice stabilire se hanno davvero commesso il fatto oppure no.
fonte: fanpage.it