“Dopo quello che ho fatto là dentro, dopo tutto il lavoro svolto al cimitero dei Rotoli” – disse Cosimo De Roberto, detto Elio, il 6 febbraio – “finisco coinvolto in una storia in cui non c’entro niente. Ma questo è un brutto ambiente: io me ne vado”. Se ne andò effettivamente, il direttore del camposanto comunale di Palermo, dopo avere ricevuto l’avviso di garanzia per corruzione. E ieri lo hanno arrestato. Il cimitero contiene a oggi nei depositi 517 bare. Il motivo di questa vergogna è venuto fuori ieri in tutta la sua dirompenza: il “brutto ambiente” era fatto di ritardi provocati, ostacoli burocratici a bizzeffe, pratiche che si sbloccavano e tombe o loculi che miracolosamente si aprivano per gli amici e i raccomandati, ma sempre in cambio di piccole grandi somme, 800 euro in media.