Geniale Morgan. Si mette alla tastiera adagiata sull’altare laico. Mentre la figura del Cristo spariva dietro due porte scorrevoli. Ma credo che se lo avessero lasciato non ti sarebbe dispiaciuto così tanto. Visto che di Gesù dicevi che era una figura di grande potenza, tra i migliori uomini al mondo mai conosciuti.
Siamo presso la Casa Funeraria San Siro, nel pieno rispetto delle norme prudenziali di sicurezza, alla cerimonia del tuo addio, vittima anche tu del maledetto virus. E Morgan, sobrio e delicato, attacca il primo movimento del “Concerto di Brandeburgo” di Bach. È la sinfonia che nel 1977 la Nasa lanciò tramite la sonda Voyager nello spazio insieme ad una lista di altri oggetti il cui compito era quello di rappresentare la civiltà umana tramite immagini e suoni nel caso di un incontro ravvicinato con un alieno. Insieme a 55 messaggi di benvenuto in lingue diverse.
Roberta Pelachin, tua moglie da dodici giorni e vedova da nove, filosofa e saggista, ha inserito nella bara i libri dei tuoi autori preferiti: Spinoza, Joyce, Conrad perché ti facciano buona compagnia durante il viaggio.
Giulio Giorello, la tua assenza è insopportabile. Ma una vita ben spesa dà un lieto morire. Ho immaginato, allora, un incontro tra te e un marziano. Diciamo, il contrario di quello descritto da Ennio Flaiano, l’extraterrestre che scende sulla terra e viene fagocitato dalla “Roma caciarona”. Ti immagino, tu uomo di insaziabile curiosità, chiedergli quello sul quale si sono scervellati filosofi di ogni generazione: chi sono i creatori in termini esistenziali? Da cosa nasce la vita? Sei filosofo e matematico, in grado di parlare di tutto senza sforzo, lo coinvolgerai in conversazioni megagalattiche.
Dotato come sei di una memoria di ferro che ti consente di citare e commentare quasi tutto quello che è stato scritto, gli accenderai tutte le sue antenne. Lo nutrirai con entusiasmo di tutta la tua sapienza e viceversa. Lo contagerai della tua onestà intellettuale. Gli parlerai di Epicuro e del nostro “giudice interiore”. Chissà se lassù il tuo interlocutore ne ha uno. Chissà se ha cognizione di coscienza. Allora per rendergliela facile gli dirai, come sosteneva Kant, che esistono solo due certezze: l’etica dentro di noi e il cielo stellato sopra di noi. La seconda anche per lui sarà inconfutabile davanti a tanta immensità.
Viaggerete insieme, esplorerete insieme nuovi mondi e costellazioni di pensiero. Ti verrà in mente che adesso potrai mettere in pratica le tue teorie de “La scienza tra le nuvole”. Sarai come sempre infaticabile e forse alla fine il tuo, i tuoi nuovi amici ti sveleranno il significante del significato dell’esistenza: che cosa sono io, che cosa sono stato e come faccio a saperlo.
Gli dirai che hai appena fatto in tempo a consegnare a Elisabetta Sgarbi, la zarina dell’editoria d’intelletto/chic, le bozze di “Arte, Dio e Scienza” scritto a quattro mani con Vittorio Sgarbi. Gli dirai che invece il tuo editore storico Raffaello Cortina ha appena dato alle stampe “Di nessuna chiesa. Il libro-manifesto del pensiero di Giulio Giorello”. Prefazione di Edoardo Boncinelli: “Uno spettro si aggira per l’Europa: il relativismo, cioè il dogma che non c’è nessun dogma. Molti ne hanno paura, ma chi vuole combatterlo non dovrebbe conoscerlo meglio? Là dove abbiamo buone ragioni per credere nella verità di una teoria, non possiamo escludere in linea di principio che si possano trovare argomenti per teorie rivali. È da tale possibilità che le nostre idee traggono forza e consistenza”. Mi sembra che sia un buon lancio per le vostre divagazioni spaziali.
Se invece volessi condurli su argomentazioni più terrene allora ti toccherà spiegargli come dalla Cina sia partito un nemico invisibile, subdolo, che ha messo il piccolo pianeta Terra in ginocchio e ci siamo scoperti tutti fragili e vulnerabili.
Perdonami Giulio, mentre tu già volavi in alto io continuo a occuparmi di villane vicende. Al tuo ultimo addio l’amico di sempre e regista Massimiliano Finazzer Flory ricordava di come l’ironia fosse un’arma di costruzione di massa. Poi mi sono guardata intorno e tra amici, docenti, ex studenti, ho notato un’assenza, quella delle istituzioni (non che te ne freghi qualcosa, sia ben chiaro). Un sindaco, un vicesindaco, un assessore, un portaborse, toh, neanche un Gallera o un Fontana inginocchiarsi davanti alla tua bara.
Suggerirei al duo Gallera/Fontana il tuo saggio “Errore”. Anche se in fondo tu ne tessi l’elogio come motore sotterraneo del progresso. Invece certi errori della sanità lombarda rimangono imperdonabili. Ma se non è colpa loro, allora di chi è?
Tu, Giulio, continua a volare oltre le barriere del sapere comune e se mai dovesse succedere che incontri E.T. lo invidierei un po’. Ti avrebbe tutto per sé. Ti mando tutti gli abbracci che ho. Uno è per l’amico alieno, il tuo nuovo compagno di viaggio.