Era il gangster più ricercato d’America. Solo Osama bin Laden lo aveva temporaneamente detronizzato come “most wanted”. James “Whitey” Bulger è stato uno dei più gelidi e spietati fra i criminali degli anni Settanta e Ottanta. Era stato condannato nel 2013 a due ergastoli, per 11 dei 19 omicidi di cui le autorità lo avevano incriminato. Ma la mano di un ignoto killer lo ha stroncato, nella notte di martedì, poco dopo che era stato trasferito da un carcere dell’Oklahoma in una nuova prigione della West Virginia. Aveva 89 anni. Bulger, di origini irlandesi, era stato a capo della Winter Hill Gang di Boston, grande rivale della mafia italo-americana. E proprio per questa rivalità, era riuscito a stringere un patto con l’Fbi. Il Bureau chiudeva un occhio sulle sue attività, ma in cambio “Whitey” passava loro ogni informazione sulla “famiglia” che dominava Boston, i Patriarca. Solo quando i media portarono alla luce i sordidi rapporti fra l’Fbi e il crimine organizzato irlandese, Bulger dovette scappare. Ma anche in quel caso, fu aiutato: l’ex agente che era stato il suo “contatto” al Bureau, John Connolly, lo avvertì in tempo che si stava preparando il mandato di cattura contro di lui. Era il 1995. Bulger si dileguò senza lasciare traccia. Fu catturato, pare grazie a una soffiata, in California, solo nel 2011, con la sua girl friend, Catherine Greig, che lo aveva ospitato e protetto per anni. Le autorità non forniscono informazioni sulla sua morte, se non che è stato ucciso. Ovvio che si pensi a un regolamento dei conti contro questo ganster che, pur mentre guidava una banda di crimine organizzato fra le più letali del Paese, riuscì a manipolare l’Fbi per disfarsi della grande rivale, la famiglia Patriarca. Su di lui sono stati realizzati vari film. Ma forse il ruolo più noto che si ispirava a lui, è stato il personaggio di Frank Costello, interpretato da Jack Nicholson, nel film “The Departed” di Martin Scorsese.