È stata danneggiata e poi rubata la lapide in memoria di Loris Stival in contrada Vecchio Mulino a Santa Croce Camerina. A denunciarlo ai carabinieri è stato il nonno materno, Franco Panarello, che era andato a pregare per il nipotino, trovato morto il 29 novembre 2014 proprio in quel posto. Nonno Franco si è recato a pregare nel luogo del ritrovamento del nipote l’ultima volta il 22 settembre. Ieri è tornato in contrada Vecchio Mulino e si è accorto del danneggiamento della stele commemorativa. Franco Panarello è andato immediatamente alla caserma dei carabinieri a denunciare il fatto. “Vuol dire che questo bambino dà ancora fastidio a qualcuno. Dopo quattro anni non lo lasciano riposare in pace. Qui è dove è stato trovato morto mio nipote, al cimitero c’è il suo corpo, ma qui ci sarà per sempre la sua anima” ha dichiarato. Lo scorso 5 luglio la Corte d’assise d’appello di Catania ha confermato la condanna a trent’anni stabilita dalla sentenza di primo grado, del 17 ottobre del 2016, emessa dal Gup di Ragusa Andrea Reale, nei confronti di Veronica Panarello. La donna è accusata di avere ucciso il 29 novembre del 2014, il figlio Loris di 8 anni. Terribile l’accusa per lei: avrebbe strangolato suo figlio nella loro casa di Santa Croce Camerina con delle fascette di plastica e poi avrebbe gettato il suo corpo nel canalone di contrada Mulino Vecchio. La sentenza è stata letta alla presenza della stessa Veronica che in aula ha urlato e inveito contro il suocero, Andrea Stival. La donna lo accusa di essere stato lui a uccidere Loris per timore che rivelasse al padre la loro presunta relazione. Una versione che non è stata creduta dai giudici. In aula, in piedi, lo ha indicato più volte dicendo: “Sei contento? È tutta colpa tua, ma ti ammazzo con le mie mani quando esco“.