Era soprannominato “lo sceriffo” per la sua capacità di controllare il territorio in maniera militare. È morto, nella sua casa del “cavone”, il boss Ciro Lepre. Aveva subito un’ischemia cardiaca il 28 maggio 2017 nel carcere di Nuoro in Sardegna. Successivamente era stato trasferito nell’ospedale “Molinette” di Torino fino ad ottenere gli arresti domiciliari lo scorso 2 marzo. Così è riuscito a passare gli ultimi mesi di vita tra i suoi cari dopo una lunga battaglia giudiziaria. La moglie, Vincenza Cianciulli, aveva più volte rivolto appelli alle istituzioni per permettere al marito di curarsi in ospedale. Era detenuto per il reato di associazione mafiosa ed estorsione ai danni della società che si occupava del lavaggio della biancheria ospedaliera tra Napoli e Caserta. È ricordato come uno dei boss più longevi della città di Napoli. Già nei primi anni ’90 aveva il controllo della sua zona grazie al traffico di sigarette. Il suo clan è stato il primo ad imporre i sacchetti di plastica di una ditta “amica”, consuetudine criminale seguita da tutti gli altri clan successivamente. Il 10 maggio 2005 fu vittima in un agguato che fece scalpore. Venne colpito al volto ed il proiettile passò da parte a parte le due guance.