Hanno estratto una bara da una cappella privata, hanno disfatto la salma e ne hanno sparso i resti per terra. Proprio come in alcuni riti satanici. È accaduto nella notte fra venerdì e sabato nel cimitero monumentale di Oropa, nel biellese. Non un luogo casuale, dato che poche settimane fa un gesto simile era stato compiuto nel camposanto di Cossila San Grato, a poco più di dieci chilometri di distanza. Il sospetto dei carabinieri, giunti sul posto per le indagini, è che a profanare la tomba sia stato un gruppo di satanisti. Sull’identità del cadavere estratto dalla bara non ci sono certezze, se non il fatto che sia stato tumulato parecchi anni fa. I familiari sono quindi partiti da Torino per verificare le condizioni della cappella di famiglia. Un aiuto al lavoro degli agenti potrebbe arrivare dalle telecamere di sorveglianza, installate all’esterno del cimitero. Un luogo, questo, molto conosciuto perché adiacente al santuario di Oropa, dedicato alla Madonna nera e risalente secondo la tradizione al quarto secolo dopo Cristo. Il presunto rituale sacrilego compiuto a Oropa ricalca nelle modalità un episodio avvenuto il 30 maggio scorso a Cossila San Grato, sempre in provincia di Biella. In quel caso sono state profanate due tombe, sepolte a metà anni Sessanta, e ne sono stati estratti i corpi. Ad alimentare i sospetti degli inquirenti sulla pista del satanismo, il ritrovamento di un simbolo inequivocabile tracciato sul pavimento: il pentacolo rovesciato (una stella a cinque punte capovolta) e il 666 che rappresenta, nell’Apocalisse di Giovanni, il numero della Bestia.