Uccisa dall’Isis. Parla Silvio Senzani, figlio di Giuseppina Biella, una delle quattro vittime italiane dell’attentato terroristico del 2015 al museo del Bardo, in Tunisia: “Dopo tre anni ancora non possiamo cremare il suo corpo”. Il corpo di Giuseppina Biella è stato tumulato al cimitero vecchio di Desio, sua città di origine, ma il suo desiderio era sempre stato quello di essere cremata e messa nel loculo insieme alla figlia Sabrina, morta nel 1999 a soli 29 anni per un tumore. Un desiderio che ancora non può essere esaudito, a causa di impedimenti burocratici. “Ancora non abbiamo avuto il nulla osta per la cremazione; cercherò di informarmi al più presto per capire quando sarà possibile farlo. Tre anni fa ci avevano comunicato che la cremazione sarebbe stata possibile una volta chiusa l’inchiesta sull’attentato. Ma a quanto pare per il momento ancora non lo è, quindi ci tocca aspettare”. Intanto, dopo quel 18 marzo 2015 che ha stravolto le loro vite, Silvio e il padre Sergio, 80 anni, hanno cercato di andare avanti: “Mia madre avrebbe voluto così. È un dolore che non potrà mai passare, ci manca tutto di lei, ma bisogna farsi forza. Mio padre si affida alla fede, io non sono credente, ma penso che ognuno di noi abbia il proprio destino”. Nessun rancore: “Farsi venire il sangue amaro o piangersi addosso non serve a nulla. Adesso speriamo solo di poter coronare l’ultimo sogno di mia madre”.