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Faenza. Il necroforo portò via 235 denti d’oro dei defunti.

Il gip l’aveva descritta come “macabra attività parallela per arrotondare lo stipendio”. Lo stesso giudice, su richiesta della procura, ha ora chiuso l’indagine con un giudizio immediato appena notificato al necroforo arrestato il 5 marzo scorso dai carabinieri al forno crematorio di Faenza con l’accusa di avere sottratto denti d’oro dalle salme incenerite per venderli a “compro-oro” della zona. L’uomo, che aveva spiegato con l’allora dipendenza da cocaina quella sua frenetica ricerca di contanti, deve rispondere di peculato. Una configurazione giuridica scattata alla luce del fatto che è stato inquadrato come incaricato di pubblico servizio.

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