Lo spazio vuoto che separa le due file di banchi sembra un confine invalicabile. I familiari delle vittime stanno in gruppo, sospirano e poi inveiscono insieme, come fossero un unico organismo. Ma nessuno oltrepassa quella barriera immaginaria, neppure dopo una sentenza che dimezza le richieste dell’accusa mentre assolve l’imputato più importante, il comandante dei comandanti.