Otto cadaveri all’obitorio dell’ospedale Sant’Antonio Abate, tutti in un’unica stanza. Con le famiglie delle vittime, “ognuna con una pena immensa nel cuore, costrette a vivere quello che è già difficilissimo da affrontare, la morte di una persona cara, senza nessuna riservatezza, senza nessuna discrezione, senza nessuna privacy”.