“Nessuna mazzetta, solo mance allungate perché facevamo bene il nostro lavoro, anche oltre quello che prevedono le indicazioni della direzione sanitaria“. Si difendono, rendendo dichiarazioni spontanee, i tre operatori socio sanitari delle camere mortuarie degli ospedali di Ivrea e Cuorgnè, finiti sotto processo, insieme a una decina di titolari di agenzie funebri, per un giro di mazzette legate alla vestizione delle salme. Piccole cifre, per un massimo di 100 euro, venute alle luce nel gennaio del 2015 da un’inchiesta della Guardia di Finanza.