Una cattedrale di San Pietro tutta piena, per quanto consentono le norme anticovid, ha accolto il feretro di padre Gabriele Digani, il francescano direttore dell’Opera Padre Marella dal 1988 e primo successore del sacerdote proclamato Beato lo scorso 4 ottobre. Sulla semplicissima bara del frate, scomparso il 25 marzo per Covid, il saio dell’Ordine dei Minori e la stola con l’immagine di padre Marella: i due poli della sua vita, come ha ricordato nell’omelia il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, che ha celebrato la Messa funebre assieme a tanti sacerdoti.
“Padre Gabriele incontrò padre Marella nel 1968” ha ricordato Zuppi, citando le parole dello stesso padre. “Era diacono e chiese se poteva fare catechismo ai ragazzi orfani e poveri della “Città” creata da Marella. Lui rispose che era benvenuto, purché però avesse perseveranza, perché, disse, i nostri ragazzi si affezionano e hanno già patito tante delusioni. Io gli dissi un sì che mi ha inchiodato tutta la vita, raccontava padre Gabriele”.