Un Paese da tempo attraversato da esasperate divisioni per una giornata intera si è ritrovato unito attorno a una delle figure più amate della storia Usa, in quello che qualcuno ha definito “il suo ultimo miracolo”. Migliaia le persone scese strada per rendergli omaggio, così come gli oltre tremila assiepati all’interno dell’austera National Cathedral di Washington. In prima fila il presidente Donald Trump, che mai prima d’ora si era unito all’esclusivo club degli ex presidenti, quello dove sono adesso sono rimasti in quattro: Barack Obama, George W. Bush, Bill Clinton e Jimmy Carter. In una giornata di lutto nazionale in cui anche Wall Street è rimasta chiusa, milioni di americani sono rimasti per ore incollati al televisore o sui siti di tutti i principali media per seguire i funerali di stato. E, democratici o repubblicani, si sono commossi insieme alle parole di George W. Bush. Questi, ricordando il padre, non è riuscito a trattenere il pianto: “È stato il miglior papà possibile, mi ha insegnato come essere un presidente. Nel nostro dolore, sorridiamo consapevoli che ora sta riabbracciando Robin e tenendo di nuovo la mano di mamma”, ha detto tra le lacrime, riferendosi alla madre, l’ex first lady Barbara Bush scomparsa otto mesi fa, e alla sorella morta da piccolina a causa di una leucemia. E proprio accanto a loro che nelle prossime ore Bush padre verrà sepolto a Houston, in Texas, nell’area in cui sorge la George Bush Presidential Library and Museum. “È stato un grande uomo, ci mancherà”, ha twittato Trump prima della cerimonia, accantonando per una volta in segno di unità ogni vis polemica, nonostante gli attriti e la reciproca durezza dei toni con i Bush nel recente passato. Ma nella cattedrale in prima fila all’arrivo del tycoon i volti erano tesi, e non solo per la circostanza: tiepida la stretta di mano con il predecessore Barack Obama e l’ex first lady Michelle, in quella che di fatto è stata la prima volta che i Trump e gli Obama si sono incontrati dal giuramento del tycoon nel gennaio del 2017. Gelo assoluto poi con i Clinton, seduti poco più in là: tra loro e il presidente non si sono nemmeno incrociati gli sguardi, e abbastanza eloquente è apparsa l’espressione Hillary volutamente fissa nel vuoto. Grande la commozione della cosiddetta “Old Bush Gang”, tutti i più stretti collaboratori ed amici che hanno prestato servizio nelle amministrazioni di Bush padre e figlio: seduti dietro alla famiglia tra questi gli ex segretari di stato James Baker e Colin Powell, e l’ex vicepresidente Dick Cheney. Molte anche le personalità straniere presenti alla cerimonia, da Angela Merkel al principe Carlo d’Inghilterra, passando per i reali di Giordania e per l’ex leader di Solidarnosc Lech Walesa. Grande assente Michail Gorbaciov, 87 anni e malato, che dopo la morte di George H.W. Bush di fatto rimane l’ultimo sopravvissuto di una generazione di leader, quelli che posero fine alla guerra fredda.