I riti funerari e la celebrazione dei morti nell’antica Roma erano ben diversa da quella che conosciamo oggi, tanto che i resti del defunto venivano un tempo conservati all’interno delle case. In numerose civiltà, la morte era solo una diversa manifestazione della vita stessa, motivo per cui era scandito da più riti che precedevano la tumulazione della persona scomparsa: chiamare il morto tre volte, augurargli la terra leggera o seppellirlo munendolo di oggetti utili alla sua cura o nutrimento sono solo un esempio della convinzione per cui non si fosse in realtà staccatosi davvero dal mondo cui apparteneva. Un morto non abbandonava mai la casa familiare; la sua presenza era considerata continua, tanto da diventare egli stesso l’entità divina volta a proteggerne l’integrità. La presenza costante veniva scandita dal fuoco acceso sull’altare domestico e a questi si rivolgevano preghiere e invocazioni, mentre in precisi giorni dell’anno si portavano sulla sua tomba vino, latte e in generale cibo che, sotterrato, si aveva la convinzione potesse arrivare fino al morto.
I riti funerari e la celebrazione dei morti nell’antica Roma.
4 Novembre 2016, 16:25
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