Al filo spinato della diffidenza verso la cultura popolare è a lungo rimasto appeso il poeta americano Edgar Lee Masters (1868-1950), celebre ormai per un solo libro, l’ Antologia di Spoon River del 1916, che raccoglie gli epitaffi – raccontati in prima persona dai defunti – di un’immaginaria cittadina Usa, simbolo dei borghi di Petersburg e Lewistown, dove il poeta visse e risiedette anche il presidente Lincoln, che detestava. Davanti alla schiettezza ruvida con cui Masters racconta adulteri, aborti, tradimenti, bancarotta e banche strozzine, i concittadini storsero il naso, come la critica che, fatto salvo l’elogio di Ezra Pound “la frontiera ha un poeta robusto“, lamentava con W.D. Howells che i versi di Masters fossero “prosa in brandelli“. Non “Antologia”, nel senso ellenistico de l’Antologia Palatina, ma romanzo mascherato dove i personaggi dialogano da un Oltretomba paganizzante, dove si ama, odia, spettegola, invidia, brama come sulla Terra.
Il cimitero dei sogni americani: l’Antologia di Spoon River compie un secolo.
30 Ottobre 2016, 04:58
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