Polemista ruvido e diretto, Zeri documenta e denuncia l’abbandono e il degrado del patrimonio artistico del Paese. Frequentatore della buona società internazionale, nella sua autobiografia, “Confesso che ho sbagliato”, attraverso una ricca aneddotica, descrive quali furono gli avvenimenti che ebbero grande influenza negli sviluppi della sua personalità: “Avvenimenti di un’epoca che non esiste più”. Indispensabile strumento di lavoro per Zeri era la fototeca.
La sua, la cui origine risale agli inizi degli anni Quaranta, viene tenuta da lui scrupolosamente aggiornata nel corso di tutta la sua esistenza. Oggi rappresenta “il più grande archivio privato al mondo sulla pittura italiana”.
5 ottobre 1998. Muore Federico Zeri, il critico polemista.
5 Ottobre 2024, 00:02
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