Morta all’età di 89 anni, Maggie Smith, una delle attrici più amate e celebrate della sua generazione.
Vincitrice di due premi Oscar e innumerevoli altri riconoscimenti, la sua carriera si è estesa per più di sei decenni, portando alla ribalta il suo straordinario talento sia sul palcoscenico che sul grande schermo. Nonostante il successo mondiale, Smith ha sempre mantenuto un profilo modesto, come ha dichiarato alla BBC: “Ho semplicemente voluto recitare, ho iniziato e ho continuato a farlo”.
Nata il 28 dicembre 1934 a Ilford, in Inghilterra, Maggie Smith era figlia di una professoressa di patologia all’Università di Oxford.
Dopo essersi formata alla prestigiosa Oxford Playhouse, la sua carriera teatrale decollò nel 1959, quando entrò a far parte della leggendaria compagnia dell’Old Vic, il cuore pulsante del teatro inglese.
Divenne rapidamente nota per la sua interpretazione nelle opere shakespeariane, dimostrando una versatilità che le permise di affrontare ruoli profondamente diversi tra loro.
Il debutto cinematografico di Smith avvenne negli anni Cinquanta, ma fu nel 1965 che ottenne la sua prima candidatura all’Oscar per il ruolo di Desdemona in “Otello”, accanto al leggendario Laurence Olivier.
Il vero successo giunse, però, nel 1970 con la vittoria del suo primo Oscar per il ruolo da protagonista in “La strana voglia di Jean”. Da quel momento, la sua carriera cinematografica spiccò il volo, segnando tappe fondamentali come la vittoria del secondo Oscar nel 1979 per “California Suite” e il secondo Golden Globe per “Camera con vista” (1985).
Negli anni Novanta, Steven Spielberg la scelse per interpretare Wendy adulta in “Hook – Capitan Uncino”, e nello stesso periodo Maggie Smith conquistò il pubblico internazionale con il ruolo della Madre Superiora nei due amatissimi film “Sister Act” al fianco di Whoopi Goldberg. Questi successi non fecero che cementare la sua reputazione come attrice straordinaria e capace di passare con naturalezza dai drammi più intensi alla commedia leggera.
Nonostante l’età avanzata, gli anni Duemila segnarono una nuova fase della sua carriera grazie a due ruoli che le regalarono un’immensa popolarità tra il pubblico più giovane: la severa ma amorevole professoressa Minerva McGranitt nei film della saga di “Harry Potter” e la pungente contessa Violet Crawley nella serie televisiva “Downton Abbey”.
Quest’ultimo ruolo le valse numerosi premi e una rinascita del suo status di icona.
Oltre ai successi cinematografici e televisivi, Maggie Smith ha avuto una carriera teatrale di prim’ordine. Una delle poche persone a ricevere l’EGOT, il prestigioso riconoscimento che premia chi riesce a vincere un Emmy, un Grammy, un Oscar e un Tony Award, Smith è stata onorata anche dalla Corona britannica, che le conferì il titolo di Dama di Commenda dell’Ordine dell’Impero Britannico per i suoi straordinari servizi all’arte drammatica.
Ma al di là dei premi e degli onori, Maggie Smith sarà ricordata per la sua capacità unica di dare vita a personaggi memorabili, intrecciando umorismo, saggezza e umanità in ogni interpretazione.
La sua eredità, scolpita nei film e nei palcoscenici di tutto il mondo, continuerà a ispirare generazioni di attori e spettatori, rendendo omaggio alla straordinaria vita di una donna che ha saputo incantare con la sua arte, rimanendo sempre, come lei stessa disse, semplicemente una “persona che voleva recitare”.
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