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Dalla culla alla tomba: la vita a rate degli italiani al tempo dei tassi a zero.

Dalla culla alla tomba, i debiti ci accompagnano lungo tutto l’arco della vita, come dovrebbe fare il nostro welfare, ormai sempre più zoppicante. Appena nasce il signor Rossi si ritrova già sul groppone un passivo (virtuale) di oltre 37mila euro: è, in proporzione, la sua quota del totale dell’indebitamento pubblico nazionale, che ha abbondantemente superato i 2mila miliardi di euro. Il debito per il momento è solamente potenziale, ma si cominceranno a fare i primi conti con lo Stato quando si tratterà di pagare le tasse (in media, secondo i calcoli della Cgia di Mestre, un lavoratore versa all’Erario 12mila euro l’anno). Ma la vita a rate spesso parte già all’università, quando da studenti può servire un prestito, per poi passare ai finanziamenti per la macchina e la casa. Dopo arrivano le spese per gli elettrodomestici, le vacanze, la salute. E se il governo riuscirà a varare la riforma delle pensioni, chi sceglierà l’uscita anticipata, dovrà chiedere un prestito pure per andare in pensione. È l’ennesimo segnale che andare in rosso, nel Paese delle formiche, non è più un tabù.

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