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1 agosto 1944. Inizia l’insurrezione di Varsavia.

Con le armate sovietiche alle porte della capitale, l’esercito nazionale polacco, al comando del generale Komorowski, decide di dare inizio alla rivolta contro gli occupanti tedeschi nel tentativo di liberare la città prima dell’arrivo dei russi. Nonostante la disparità di forze, la terribile penuria di tutti i generi di prima necessità e il massacro indiscriminato della popolazione civile da parte dei nazisti, i rivoltosi resistono per due mesi. L’esercito sovietico schierato al di là della Vistola rimane a guardare, mentre gli appelli del governo polacco in esilio a Londra restano sostanzialmente inascoltati, nonostante il contributo che i reparti combattenti polacchi stanno dando alla causa alleata su molti fronti di guerra. Il due ottobre Komorowski firma la resa e la città, sgombrata dalla popolazione civile sopravvissuta, viene ridotta a un cumulo di macerie su ordine di Hitler.

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