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Addio a Oliviero Toscani: il genio provocatore della fotografia si spegne a 82 anni a Cecina.

Il mondo della fotografia e della comunicazione ha perso oggi, 13 gennaio 2025, una delle sue figure più rivoluzionarie e controverse.
Oliviero Toscani, il maestro dell’immagine e della provocazione, è morto all’età di 82 anni all’ospedale di Cecina, in provincia di Livorno, dove era ricoverato da giorni per le gravi complicazioni dell’amiloidosi, una malattia rara che lui stesso aveva raccontato con la consueta schiettezza.

Una vita di provocazioni e libertà

Toscani non era solo un fotografo, ma un creatore di idee. Nelle sue campagne ha sempre messo al centro l’essere umano, spesso con immagini potenti e provocatorie che hanno segnato intere generazioni.
Dai primi scatti pubblicati sul Corriere della Sera a soli 14 anni al volto di Rachele Mussolini, fino alle campagne iconiche per Benetton, Toscani ha saputo trasformare la fotografia in un linguaggio universale per parlare di uguaglianza, diritti e giustizia sociale.

Con il suo stile unico, ha immortalato icone come John Lennon, Andy Warhol, Muhammad Ali, Lou Reed, Claudia Schiffer, Monica Bellucci e persino Carmelo Bene e Federico Fellini. Eppure, fino alla fine, ha ribadito: “Non voglio essere ricordato per una singola immagine, ma per l’impegno, per l’insieme del mio lavoro.”

Una carriera costellata di successi e polemiche

Dopo il diploma in fotografia all’Università delle Arti di Zurigo, Toscani iniziò la sua carriera nel mondo della moda e della pubblicità, collaborando con riviste prestigiose come Elle, Vogue, GQ e Harper’s Bazaar. Ma fu nel 1982, con il sodalizio con Benetton, che la sua arte trovò il terreno più fertile per esprimersi.
Attraverso immagini spesso scioccanti, Toscani affrontò temi come la pena di morte, l’anoressia, l’omofobia, l’AIDS e il razzismo, portando la fotografia pubblicitaria ben oltre il suo ruolo tradizionale.

L’esperienza con Benetton si interruppe nel 2000 a causa di una campagna controversa che mostrava foto di condannati a morte negli Stati Uniti.
Ma Toscani non si fermò mai, continuando a esplorare nuovi territori con progetti come Colors, la rivista che anticipò dibattiti oggi centrali, e Fabrica, il centro internazionale per le arti e la comunicazione moderna progettato da Tadao Ando.

L’uomo dietro l’obiettivo

Nonostante la fama e i successi, Toscani rimase sempre fedele a sé stesso, affrontando la vita con ironia e leggerezza, anche di fronte alla malattia. “Ho vissuto troppo e troppo bene, sono viziatissimo”, dichiarava. Negli ultimi anni, pur segnato dall’amiloidosi, non smise di essere un protagonista del dibattito pubblico.
A settembre 2024, in una delle sue ultime apparizioni, visitò la mostra Photography and Provocation al Museum für Gestaltung di Zurigo, dimostrando ancora una volta la forza delle sue idee.

Il libro Ne ho fatte di tutti i colori, pubblicato nel 2022, racchiude il percorso di un uomo che ha sempre immaginato un mondo diverso, migliore.
Con il suo lavoro, Toscani ha mostrato che la fotografia non è solo arte, ma anche un potente strumento di cambiamento.

Oliviero Toscani lascia un vuoto immenso nel mondo della comunicazione, ma soprattutto un’eredità di immagini e valori che continueranno a ispirare generazioni. “Il mio lavoro è una scelta etica, estetica e politica”, diceva. E così, con lo stesso spirito libero con cui ha vissuto, Toscani intraprende oggi il suo ultimo viaggio.

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