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Morto il teologo Hans Kung: negò l’infallibilità papale.

Hanno fatto epoca le sue celebri dispute teologiche, in particolare con il Papa emerito Joseph Ratzinger, antico compagno di studi, che lo hanno fatto diventare una star “sui generis” del mondo accademico cattolico, una sorta di “teologo ribelle”. Osannato da molti, combattuto da altri, è scomparso, all’età di 93 anni, Hans Kung, svizzero di nascita e residente a Tubinga, in Germania, la città nella cui università ha insegnato per decenni e dove aveva stabilito anche la sua fondazione “Etica Mondiale”.
Presbitero, saggista e soprattutto teologo che facilmente si potrebbe definire progressista e riformista, sostenitore di una maggiore attuazione del Concilio Vaticano II, a sua volta avversato dai fronti tradizionalisti che lo bollavano come “relativista”, Kung esprimeva un pensiero teologico più in sintonia con un’ampia area cattolica tedesca che ora, negli anni del pontificato di papa Francesco, è venuta fortemente in luce.

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