Casini è stato a lungo impegnato contro l’aborto. Iniziò la sua battaglia nel 1975 quando era pubblico ministero a Firenze: indagando sulla “clinica degli aborti”, fece arrestare, tra gli altri, il segretario radicale Gianfranco Spadaccia. Qualche anno dopo, nel 1981, si impegnò a fondo per tentare di fermare la legge 194 sull’aborto con il referendum abrogativo. Poco prima di iniziare la battaglia referendaria fu tra i fondatori del Movimento per la Vita, nato il 15 gennaio 1980, da cui nacquero poi i Cav (Centri di aiuto alla Vita), il Progetto Gemma, le case di accoglienza e tante altre iniziative a favore dei bambini e delle loro mamme.
Al suo fianco, nei difficili anni della malattia degenerativa (la Sla), la moglie e i figli. Il quotidiano della Cei Avvenire scrive che Casini “lascia un esempio di eccezionale dedizione alla causa della vita nascente, per la quale ha profuso ogni energia umana, intellettuale e spirituale, battendosi non solo per fermare la legge 194 tramite il referendum abrogativo del 1981 ma anche per far germogliare la pianta dapprima esile e oggi ricca di rami e frutti del Movimento per la Vita, come nell’immagine del granello di senapa, capace di esprimere centinaia di Centri aiuto alla Vita, il Progetto Gemma, case di accoglienza, con decine di migliaia d bambini aiutati a venire al mondo semplicemente mettendosi in ascolto e al fianco delle loro madri”. La figlia Marina, bioeticista, ne ha raccolto il testimone alla guida del Movimento per la Vita, del quale è presidente nazionale.