Addio ad Aldo Agroppi: un’icona granata e voce fuori dal coro del calcio italiano
Il calcio italiano dice addio ad Aldo Agroppi, ex centrocampista, allenatore e opinionista, scomparso all’età di 80 anni.
Malato da tempo, Agroppi è morto a Piombino, dove era ricoverato per una polmonite bilaterale.
La sua camera ardente è stata allestita nella città toscana, dove lascia la moglie Nadia e i figli Nilio e Barbara.
Dagli esordi a bandiera del Torino
Nato a Piombino il 14 aprile 1944, Agroppi muove i primi passi nel mondo del calcio proprio nella squadra della sua città.
Dopo un’esperienza nelle giovanili di Torino e Genoa, inizia la sua carriera professionistica con Ternana e Potenza in Serie C.
Ma è con il ritorno al Torino che il suo nome entra nella storia del calcio italiano.
In granata disputa otto stagioni memorabili, collezionando 212 presenze e segnando 15 gol. Il suo impegno e la sua tenacia lo rendono una bandiera del club, contribuendo alla vittoria di due Coppe Italia, nel 1967-68 e nel 1970-71. Chiude la carriera con il Perugia, dove disputa due stagioni in Serie A da capitano, prima del ritiro.
Con la maglia della Nazionale italiana colleziona cinque presenze, coronando una carriera da protagonista.
L’esperienza da allenatore e il rapporto controverso con il calcio
Dopo aver appeso le scarpe al chiodo, Agroppi intraprende la carriera di allenatore, iniziando con il Pescara in Serie B nella stagione 1980-81.
L’anno successivo ottiene una storica promozione in Serie A con il Pisa, scrivendo un capitolo importante nella storia del club.
La sua carriera prosegue tra alti e bassi: dimissioni al Padova per motivi personali, un’annata straordinaria con il Perugia in Serie B, dove perde solo una partita, stabilendo un record che resiste ancora oggi.
Poi la grande occasione con la Fiorentina, che però si rivela un’esperienza turbolenta.
Il suo rapporto difficile con la tifoseria viola, soprattutto per la gestione del simbolo Giancarlo Antognoni, culmina in un episodio spiacevole fuori dallo stadio Franchi, dove rischia una rissa prima di essere soccorso da Daniel Passarella.
Successivamente, una squalifica di quattro mesi per omessa denuncia nel caso Totonero-bis segna un punto di svolta nella sua carriera, che prosegue senza particolari successi sulle panchine di Como, Ascoli e nuovamente Fiorentina.
La voce critica del calcio italiano
Conclusa la sua avventura come allenatore, Agroppi si reinventa come opinionista televisivo, distinguendosi per il suo spirito critico e le posizioni anticonformiste.
Mai banale, è diventato un punto di riferimento per chi cercava un’analisi schietta e senza compromessi del mondo del calcio.
Aldo Agroppi ha rappresentato una figura unica nel panorama calcistico italiano, capace di unire passione, grinta e autenticità.
Dagli anni da giocatore, in cui ha incarnato i valori del Torino, alla sua carriera da allenatore e opinionista, ha sempre lasciato il segno con la sua personalità forte e il suo carattere deciso.
Il calcio perde un protagonista, ma il ricordo di Aldo Agroppi vivrà nei cuori di chi lo ha ammirato e in un mondo del calcio che, anche grazie a lui, ha conosciuto il valore della sincerità e della determinazione.