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È morto Renato Serio, il maestro dell’orchestra e della musica italiana.

Il mondo della musica e dello spettacolo piange oggi la scomparsa del Maestro Renato Serio, uno dei più importanti direttori d’orchestra, compositori e arrangiatori italiani. Serio è morto a Roma all’età di 78 anni, lasciando dietro di sé una carriera che ha influenzato profondamente il panorama musicale italiano e che ha attraversato generi, decenni e collaborazioni indimenticabili.
Nato a Lucca nel 1946, Renato Serio dimostrò fin da giovane un talento straordinario per la musica.
Studiò al Conservatorio Verdi di Milano, una formazione che divenne la base solida della sua carriera di musicista e direttore d’orchestra.
Negli anni Sessanta, iniziò a collaborare con diverse case discografiche, per poi scoprire una passione per il cinema che lo portò a comporre colonne sonore che avrebbero accompagnato alcune delle pellicole più celebri del cinema italiano.
Nel 1971, Serio si trasferì a Roma, il cuore pulsante dell’industria cinematografica e musicale italiana, dove ebbe l’opportunità di collaborare con compositori di fama mondiale come Riz Ortolani, Piero Piccioni, Carlo Rustichelli e Armando Trovajoli.
Tra i suoi lavori più celebri, ricordiamo le musiche per “Una giornata particolare” di Ettore Scola e “Profumo di donna” di Dino Risi, due film che rappresentano l’apice della sua produzione cinematografica.
Il talento eclettico di Serio non si limitava al cinema. Nel 1977 entrò in Rai e curò gli arrangiamenti musicali per spettacoli televisivi come “Piccolo Slam”, in cui lavorò al fianco di Stefania Rotolo e Sammy Barbot.
Negli anni Ottanta, divenne il direttore d’orchestra di “Fantastico”, uno dei programmi televisivi di varietà più seguiti in Italia, che gli consentì di farsi conoscere e apprezzare anche dal grande pubblico. La sua abilità nel dirigere e arrangiare musica lo portò poi a lavorare per il teatro musicale, in produzioni come “Aggiungi un posto a tavola”, “Bravo” e “Barnum”, dimostrando una versatilità rara.
Una delle collaborazioni più significative della carriera di Renato Serio fu senza dubbio quella con Renato Zero, iniziata nei primi anni Ottanta con l’album “Via Tagliamento 1965-1970”.
Questo sodalizio artistico durò oltre quarant’anni, durante i quali Serio divenne uno dei principali collaboratori di Zero. Insieme, realizzarono brani che sono entrati nella storia della musica italiana, come “Ave Maria”, presentato da Zero al Festival di Sanremo nel 1993, in cui Serio non solo arrangiò il pezzo ma ne fu anche co-autore.
Grazie alla sua collaborazione con Zero e ad altre importanti partnership con artisti come Francesco De Gregori (“La donna cannone”), Angelo Branduardi, Gianni Morandi, Mia Martini, Amii Stewart, Anna Oxa e Amedeo Minghi, Serio lasciò un’impronta indelebile nella discografia italiana.
Serio ricoprì anche il ruolo di direttore musicale per il Festival di Sanremo nelle edizioni del 2005 e 2006, dando al celebre evento canoro un’impronta di professionalità e cura musicale unica.
È noto, inoltre, per aver composto “Forza Italia”, l’inno ufficiale del partito fondato da Silvio Berlusconi, arrangiato dal Maestro Augusto Martelli.
Questo brano, seppur in un contesto diverso, testimonia ancora una volta la versatilità di Serio e la sua capacità di adattare la sua musica a generi e scopi differenti.
La morte di Renato Serio segna la fine di un’era per la musica italiana.
Con il suo talento, la sua dedizione e la sua umiltà, ha saputo lasciare un segno in ogni ambito in cui si è cimentato, dal cinema alla televisione, fino alla canzone e al teatro.
La sua eredità continuerà a vivere nelle sue composizioni e nei cuori di chi ha avuto il privilegio di ascoltarlo e di lavorare con lui.
Mentre l’Italia ricorda il Maestro con affetto e gratitudine, le sue opere rimarranno a testimoniare una carriera brillante, un esempio per le nuove generazioni di musicisti e direttori d’orchestra.
Con la scomparsa di Renato Serio, l’Italia perde un pezzo della sua storia musicale, ma la sua musica, intrisa di passione e talento, rimarrà viva, echeggiando come un inno senza tempo.

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