San Carlo Borromeo, nato il 2 ottobre 1538 ad Arona, sulle rive del Lago Maggiore, è uno dei grandi protagonisti della Controriforma cattolica.
Appartenente alla nobile famiglia Borromeo, Carlo viene destinato sin da giovane alla carriera ecclesiastica: a soli 12 anni, ottiene il titolo di commendatario di un’abbazia benedettina e a 22 anni diventa cardinale, sotto l’influenza di suo zio, Papa Pio IV.
04La sua carriera ecclesiastica prende una svolta decisiva con la partecipazione al Concilio di Trento, dove emerge come una figura chiave nel rinnovamento della Chiesa cattolica.
Nel 1563, a soli 25 anni, viene ordinato sacerdote e consacrato vescovo, assumendo la guida dell’Arcidiocesi di Milano, una delle più importanti e vaste d’Europa.
Come arcivescovo, Carlo Borromeo si dedica con instancabile energia alla riforma del clero e alla cura dei fedeli.
Consapevole delle sfide che la Chiesa del tempo affrontava, inizia un programma di riforme che include la fondazione di seminari per la formazione dei sacerdoti, la costruzione di ospedali, collegi e chiese, e l’organizzazione di visite pastorali su tutto il territorio.
Il suo obiettivo era chiaro: riportare la disciplina all’interno della Chiesa e incoraggiare una vita sacerdotale più devota e spiritualmente profonda.
Celebre è la sua frase: “Le anime si conquistano in ginocchio,” con cui sottolineava l’importanza della preghiera.
San Carlo non si ferma alle riforme istituzionali, ma si distingue per la sua carità.
Durante la devastante peste che colpì Milano tra il 1576 e il 1577, l’arcivescovo non esita a mettere in gioco la sua stessa vita per assistere i malati.
Distribuisce le sue ricchezze personali ai poveri e organizza soccorsi in tutta la città.
La sua figura diventa così centrale che quel periodo sarà ricordato come “la peste di San Carlo,” anche grazie al racconto di Alessandro Manzoni ne I Promessi Sposi.
Nonostante la sua dedizione alla carità, Borromeo non si sottrae ai pericoli.
Il suo impegno per la riforma della Chiesa lo mette in contrasto con alcuni gruppi, tra cui gli “Umiliati,” un ordine religioso su cui gravavano sospetti di deviazioni dottrinali.
Il conflitto culmina in un attentato, durante il quale Borromeo, mentre prega, viene colpito alle spalle da un colpo di archibugio che per fortuna non lo ferisce gravemente.
San Carlo fu anche un fervente devoto della Sindone, il sacro lino che si crede abbia avvolto il corpo di Cristo.
Nel 1578, i duchi di Savoia decisero di trasferire la reliquia a Torino proprio per consentirgli di pregare davanti al sudario.
Nonostante la sua crescente fama e autorità, rimase sempre umile, incarnando il suo motto episcopale “Humilitas.”
Borromeo muore il 3 novembre 1584, a soli 46 anni, ma il suo lascito spirituale e pastorale è enorme.
Viene beatificato nel 1602 da Clemente VIII e poi canonizzato nel 1610 da Paolo V.