San Folco Scotti, noto anche come Folco di Piacenza, fu un vescovo italiano del XIII secolo, ricordato per la sua opera di pacificazione e il suo impegno sociale a favore dei poveri. Il suo cognome “Scotti” potrebbe suggerire origini scozzesi, sebbene nel V secolo fossero in realtà gli abitanti dell’Irlanda a portare questo nome. La sua famiglia potrebbe essere dunque discendente da quelle comunità di missionari e mercanti che, partendo dall’Irlanda, si stabilirono in Europa, includendo l’Italia.
Intorno ai vent’anni, Folco entrò a far parte dei canonici della chiesa di Sant’Eufemia a Piacenza, distinguendosi subito per la sua intelligenza. Per questo fu inviato a Parigi a completare gli studi. A soli trent’anni, nel 1194, divenne priore di Sant’Eufemia e, nel 1208, fu nominato arciprete della Cattedrale di Piacenza.
La svolta decisiva nella sua carriera ecclesiastica avvenne nel 1210, alla morte del vescovo di Piacenza, Grimerio, quando Folco fu eletto suo successore. Dopo sei anni di guida pastorale a Piacenza, anche Pavia, rimasta senza vescovo, chiese che fosse lui a ricoprire la carica episcopale.
Uno degli aspetti più significativi del ministero di San Folco fu il suo ruolo di mediatore e pacificatore. Le città di Piacenza e Pavia erano segnate da forti rivalità, ma Folco riuscì non solo a riunire i cittadini delle singole città, ma anche a promuovere la riconciliazione tra le due comunità. La sua azione pastorale, infatti, non si limitava alla sfera religiosa, ma comprendeva anche iniziative concrete per aiutare i più bisognosi. Istituì mense per i poveri, scuole gratuite e fondò monasteri maschili e femminili.
San Folco morì il 16 dicembre 1229, lasciando un’eredità di pace e carità che lo rese una figura amata e venerata non solo nelle città che servì, ma anche in tutta la regione.