John Amos, celebre attore televisivo e cinematografico, si è spento all’età di 84 anni lo scorso 21 agosto a Los Angeles per cause naturali.
Il suo nome rimarrà per sempre legato a ruoli iconici che hanno segnato la televisione e il cinema degli anni ’70 e ’80. Da “Good Times” a “Radici,” fino a pellicole cult come “Il principe cerca moglie,” Amos ha saputo incarnare personaggi profondi e autentici, lasciando un segno indelebile nell’industria dell’intrattenimento.
La notizia della sua morte è stata resa pubblica solo oltre un mese dopo dal figlio, Kelly Christopher Amos, che ha dichiarato in un comunicato ufficiale alla rivista “People”: “È con sincera tristezza che vi comunico che mio padre è passato a miglior vita. Era un uomo gentilissimo e un cuore d’oro, amato in tutto il mondo. Molti fan lo considerano il loro padre televisivo. Ha vissuto una bella vita.
La sua eredità vivrà nei suoi eccezionali lavori televisivi e cinematografici come attore.”
Nato a Newark, New Jersey, nel 1939, Amos ha sempre avuto una passione per lo sport e lo spettacolo.
Dopo aver frequentato la Colorado State University, dove si è laureato, ha brevemente tentato la carriera sportiva. Fu campione di pugilato, vincendo il prestigioso titolo di Golden Glove, e nel 1967 si unì alla squadra dei Kansas City Chiefs della American Football League, giocando alcuni incontri a livello semi-professionistico.
Tuttavia, il suo destino era destinato al mondo del cinema e della televisione.
Il ruolo che lo consacrò fu quello di James Evans Sr. nella sit-com “Good Times” (1974-1976), dove interpretava un padre disoccupato che lottava per mantenere la propria famiglia in un quartiere povero. John Amos non solo interpretava un personaggio, ma si batté attivamente affinché la rappresentazione delle persone di colore sullo schermo fosse autentica, rifiutando gli stereotipi.
Questo impegno per una rappresentazione veritiera fece di lui una figura di spicco nel panorama televisivo di quegli anni.
Nel 1977, Amos raggiunse una fama internazionale grazie alla sua interpretazione di Kunta Kinte nella miniserie “Radici,” vincitrice del Premio Emmy. Il suo ruolo rappresentò uno dei momenti più iconici della sua carriera, portando sullo schermo la drammatica storia della schiavitù attraverso una narrazione cruda e commovente.
Amos diede al personaggio di Kunta Kinte adulto una forza e una dignità indimenticabili.
Oltre al successo televisivo, Amos ebbe una carriera prolifica anche al cinema. Tra i suoi ruoli più noti, quello del Re di Zamunda nella commedia “Il principe cerca moglie” (1988), al fianco di Eddie Murphy. Apparve inoltre in film come “Sorvegliato speciale” e “Die Hard 2,” dimostrando una grande versatilità e capacità di spaziare tra ruoli comici e drammatici.
Negli ultimi anni, pur essendo meno presente sulle scene, Amos continuò a lavorare nel mondo dello spettacolo.
Più recentemente, apparve in “Suits LA,” interpretando se stesso, e partecipò a un documentario sulla sua vita intitolato “America’s Dad,” che raccontava il suo viaggio di vita e di carriera come attore.
L’eredità di John Amos non si limita alle sue interpretazioni. La sua umanità, il suo impegno sociale e il suo desiderio di portare autenticità nei ruoli di uomini afroamericani hanno lasciato un’impronta duratura nel cuore dei fan e dei colleghi. Julia Buchwald, presidente dell’agenzia di talenti Buchwald, ha ricordato Amos con affetto: “Non era solo un talento straordinario, ma anche un’anima profondamente gentile e generosa. Il suo impatto sull’industria e su coloro che lo conoscevano non sarà mai dimenticato.”
John Amos ha vissuto una vita piena di passione, dedicandosi al suo lavoro con impegno e amore. Il suo talento, il suo coraggio e la sua integrità continueranno a ispirare le future generazioni di attori e spettatori.