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Il calcio piange Sven-Göran Eriksson aveva 76 anni.

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Sven-Göran Eriksson, celebre allenatore di calcio svedese, è deceduto il, lasciando dietro di sé una lunga e ricca carriera nel mondo del calcio internazionale. Nato il 5 febbraio 1948 a Torsby, in Svezia, Eriksson ha avuto un impatto significativo sia a livello di club che a livello nazionale, diventando una delle figure più rispettate e riconoscibili nella storia del calcio.
Eriksson iniziò la sua carriera da giocatore come difensore, ma a causa di un infortunio fu costretto a ritirarsi presto.
Tuttavia, il suo amore per il calcio lo portò a intraprendere la carriera di allenatore. Dopo aver completato i suoi studi presso la Scuola di Educazione Fisica di Växjö, iniziò la sua carriera come allenatore delle giovanili presso il Degerfors IF nel 1977.
Qui dimostrò rapidamente il suo talento nel guidare le squadre, portando il club a successi inaspettati.
Il primo grande successo di Eriksson come allenatore arrivò in Portogallo, dove guidò il Benfica a vincere il campionato nazionale nel 1983 e nel 1984. Questo successo lo mise sotto i riflettori internazionali, e fu presto chiamato ad allenare l’AS Roma in Italia, dove vinse la Coppa Italia nel 1986.
Dopo un breve periodo alla Fiorentina, tornò al Benfica, dove raggiunse la finale di Coppa dei Campioni nel 1990, perdendo contro il Milan.
Nel 1992, Eriksson si trasferì alla Sampdoria, con la quale vinse un’altra Coppa Italia nel 1994. Successivamente, divenne l’allenatore della Lazio, dove visse uno dei periodi più memorabili della sua carriera. Con la Lazio, Eriksson vinse la Coppa delle Coppe UEFA nel 1999, il campionato di Serie A nel 2000, e numerosi altri trofei, consacrandosi come uno degli allenatori più vincenti d’Europa.
Nel 2001, Eriksson fece storia diventando il primo allenatore straniero a guidare la nazionale inglese. Il suo periodo alla guida dell’Inghilterra fu caratterizzato da aspettative altissime e da un grande scrutinio mediatico. Sotto la sua guida, l’Inghilterra raggiunse i quarti di finale ai Mondiali del 2002 e del 2006, così come agli Europei del 2004. Tuttavia, nonostante le grandi speranze, la squadra non riuscì a vincere alcun trofeo importante durante il suo mandato, il che portò a critiche significative, soprattutto da parte dei media britannici.
Dopo aver lasciato la nazionale inglese, Eriksson continuò a lavorare nel calcio internazionale. Allenò la nazionale del Messico e del Costa d’Avorio, oltre a diverse squadre di club in Europa, Asia, e persino in Inghilterra, dove guidò il Manchester City per una stagione. Sebbene non replicasse il successo ottenuto in precedenza, Eriksson rimase una figura rispettata e ammirata nel mondo del calcio.
Sven-Göran Eriksson verrà ricordato come un innovatore e un maestro tattico. La sua capacità di adattarsi a diversi stili di gioco e culture calcistiche lo rese un allenatore unico nel suo genere.
Oltre ai suoi successi sul campo, Eriksson è stato anche un pioniere nell’aprire le porte per altri allenatori stranieri in campionati e nazionali che storicamente preferivano tecnici locali.
La sua morte segna la fine di un’era, ma l’impatto che ha avuto sul calcio mondiale rimarrà per sempre. La sua carriera è un testamento di passione, dedizione e competenza, e il suo nome continuerà ad essere menzionato con rispetto e ammirazione negli annali del calcio.

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