Il mondo del calcio è in lutto per la tragica scomparsa di Andy Brehme, illustre campione del mondo con la Germania a Italia ’90, celebre per il rigore decisivo contro l’Argentina. Icona dell’Inter durante gli anni d’oro sotto la guida di Trapattoni, vincitore dello scudetto nel 1988-89, Brehme è deceduto stamattina a causa di un arresto cardiaco. La notizia è stata confermata dalla sua compagna, Susanne Schaefer.
Il FC Internazionale Milano, sul proprio sito ufficiale, esprime il cordoglio per la perdita del grande campione, annunciando che la squadra scenderà in campo con il lutto al braccio nella partita contro l’Atletico Madrid in Champions League.
Andy Brehme, nato nel 1962, ha iniziato la sua carriera professionale giocando per Barmbek-Uhlenhorst e Saarbrücken, per poi affermarsi con cinque stagioni al Kaiserslautern e due al Bayern Monaco, dove ha vinto il titolo e una Supercoppa di Germania. Nel 1988, su segnalazione di Lothar Matthaus, approda all’Inter, diventando una colonna della squadra.
Nell’Inter del 1988-89, insieme a Zenga, Bergomi, e altri, Brehme ha contribuito a conquistare lo scudetto a suon di record. Trapattoni lo ha originariamente utilizzato in mediana, ma la geniale intuizione di spostarlo in difesa sulla fascia sinistra lo ha reso un elemento imprescindibile. Durante il suo periodo all’Inter (1988-1992), la squadra ha vinto una Supercoppa Italiana (1989) e una Coppa UEFA (1990-1991). Brehme ha lasciato l’Inter dopo 154 presenze e 12 gol.
Dopo una parentesi spagnola al Real Saragozza, ha fatto ritorno al Kaiserslautern, aggiudicandosi la Coppa di Germania (1995-1996), un campionato di seconda divisione (1996-1997) e la Bundesliga (1997-1998) come comprimario.
In Nazionale, Brehme ha partecipato a tre Europei e altrettanti Mondiali, guadagnandosi un posto nell’All-Star Team della vittoriosa edizione del 1990. Nel corso della sua carriera, ha anche ottenuto il terzo posto nella corsa al Pallone d’oro nel 1990.
La sua improvvisa scomparsa lascia un vuoto nel cuore del calcio mondiale, e il suo contributo indelebile alla storia del gioco sarà per sempre ricordato.
la Redazione