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Addio a Stefano Malchiodi, il talentuoso regista premiato con un David di Donatello nel 2021.

A soli 32 anni, ci ha lasciato il talentuoso regista Stefano Malchiodi, originario di Martinengo, alle porte di Bergamo. Nel 2021, aveva ottenuto un prestigioso David di Donatello nella categoria “Miglior Cortometraggio” con il suo lavoro “Anne”, realizzato in collaborazione con Domenico Croce. La notizia della sua prematura scomparsa è giunta da Roma, dove, secondo alcuni media locali, Malchiodi avrebbe perso la vita a causa di un’embolia polmonare in un ospedale della città.
Il cortometraggio “Anne” è stato presentato anche al Giffoni Film Festival, e trae ispirazione dalla storia vera di James Leininger, un bambino americano che sin dalla più tenera età manifesta ricordi di una vita passata. Nel corto, il giovane James, di appena sei anni, si sveglia di notte angosciato da incubi legati a ricordi di guerra, morti e intense battaglie nel Pacifico durante la Seconda Guerra Mondiale. Nonostante la sua giovane età, quei ricordi appartengono a lui. L’opera si distingue anche per la sua realizzazione con la tecnica del rotoscopio, che conferisce alle immagini un carattere quasi pittorico.
Il Centro Sperimentale di Cinematografia ha condiviso un toccante omaggio su tutte le piattaforme sociali, ricordando Malchiodi come un talento sottratto prematuramente alla vita e al suo amato lavoro. Lì, il regista aveva studiato dopo essersi trasferito a Roma nel 2015.
In un’intervista a Birdenmagazine, Malchiodi aveva spiegato la complessità della realizzazione della rotoscopia, una tecnica che coinvolgeva filtri speciali e lavorazioni fotografiche su ogni singolo fotogramma delle riprese dal vivo, utilizzate nel montaggio finale. Il regista sottolineava l’importanza fondamentale del montaggio nel suo lavoro, definendolo il pilastro su cui si basava l’intera narrazione e direzione. “Anne” emergeva come un’opera di sperimentazione che integrava la rotoscopia con il repertorio, evitando di imitare o seguire schemi già noti nel mondo dell’animazione. La sua visione e creatività lasciano un vuoto nel mondo del cinema, e la sua assenza sarà sentita profondamente da familiari, amici e dalla comunità cinematografica.

Paolo Imeri

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