Saggista, scrittrice, accademica. Era tante cose Rosa Giannetta Alberoni, scomparsa a 75 anni nella sua casa milanese. Una doppia anima, la sua, di studiosa di sociologia e comunicazioni e di narratrice, a lungo al fianco di Francesco Alberoni, il sociologo suo compagno di vita che aveva sposato nel 1988 e poi di nuovo anni dopo, nel ’99, questa volta in chiesa.
Nata a Trevico, Avellino, nel 1945 da una famiglia contadina, la formazione di Rosa Giannetta (firmava dall’88 anche con il cognome del marito) si lega a Milano e alla Iulm, dove si laurea nel 1974 in Lingue e Letterature straniere, dove ottiene i primi incarichi come docente e dove poi insegnerà fino al 2006, presso la cattedra di Sociologia Generale. Un approdo, la sociologia e la docenza, raggiunto dopo aver sperimentato prima altre vie, mai del tutto abbandonate, come la regia teatrale e il cinema. E la versatilità resterà sempre una cifra della studiosa: lavorerà alla Fondazione Rizzoli, poi scriverà sui giornali e continuerà l’attività teatrale.