In ebraico Oz vuol dire Forza: forse il senso della vita e della grandezza di Amos Oz, scomparso all’età di 79 anni dopo una lunga malattia, sta forse proprio nel significato di quel cognome che assunse quando, quindicenne, decise di abbandonare Gerusalemme e la sua famiglia Klausner, una discendenza europea – Polonia, Lituania, Russia – di intellettuali sionisti di destra fuggiti dall’Europa dell’antisemitismo. “Forza” perché contrastava l’angoscia di suo padre (bibliotecario, studioso, sapeva 16 lingue) e quella di sua madre Fania (7 lingue, infinite letture dei classici, un cuore da esule) che morì suicida nel 1952, quando Amos aveva 13 anni, lasciandolo ferito per sempre, come ha raccontato nel suo capolavoro, Una storia di amore e di tenebra del 2002.