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Scomparso Felice Pulici, portiere della Lazio eroica.

Umberto Lenzini, Tommaso Maestrelli, Mario Frustalupi, Luciano Re Cecconi, Padre Lisandrini, il medico sociale Renato Ziaco, Mario Facco, Giorgio Chinaglia. Li ha raggiunti in cielo il loro amico e compagno Felice Pulici, portiere della Lazio eroica che, nel 1972-73, sfiorò lo scudetto da neopromossa per poi conquistarlo l’anno successivo. Pulici giocò con Lecco, Novara, Monza e Ascoli, ma il suo nome è indissolubilmente legato ai colori biancocelesti. Difese la porta laziale ininterrottamente dal 1972 al 1977 per 150 partite (202 in tutta la carriera biancoceleste, contando anche le coppe).  Una squadra forte quella, che raccolse meno di quanto avrebbe meritato, un gruppo di amici e rivali al tempo stesso, di guasconi, un clan fatto di spogliatoi separati, di nottatacce, di pistole, e anche di tragedie, come quella di Luciano Re Cecconi. Tornò alla Lazio per la sua ultima stagione, quella dell’addio al professionismo, nel 1981-82, ma rimase in biancoceleste come allenatore della formazione primavera, nel 1983; nello stesso anno diventò dirigente, sotto la presidenza del suo amico Giorgio Chinaglia. Fu responsabile del settore giovanile dal 1994 al 1998 e dal 2003 al 2004 e ricoprì altri ruoli dirigenziali, venendo condannato per lo scandalo dei passaporti falsi: era innocente e fu assolto per non aver commesso il fatto. E’ mancato a pochi giorni dal suo 74esimo compleanno. A Roma c’è la pioggia, la città eterna lo piange.

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