È morto a Napoli all’età di 90 anni il filosofo Luigi “Gino” Capozzi. Teorico della praxis e allievo di Edmondo Cione, Capozzi ha insegnato a lungo Filosofia del Diritto nelle facoltà di Scienze Politiche e Giurisprudenza della Federico II di Napoli e precedentemente all’Università Aldo Moro di Bari e all’ateneo di Salerno, prima di porre termine alla sua carriera accademica alla fine degli anni Novanta. Spirito libero, appassionato di sport e di belle auto, abbandonò l’Accademia di Modena perché insofferente alla disciplina militare. Laureatosi in Giurisprudenza a Napoli con 110 e lode e una tesi in Filosofia del Diritto su Gentile e Croce, prima di abbracciare la carriera universitaria coltivò a lungo la passione per il giornalismo. Risale a quegli anni giovanili la sua amicizia con lo scrittore Leo Longanesi. Orgoglioso del suo passato di giornalista e polemista, esordì sui giornali a 16 anni. E proprio attraverso la carta stampata denunciò gli eccidi delle foibe perpetrati dai partigiani del Maresciallo Tito, venendo indagato per vilipendio a capo di stato straniero. Fu anche critico cinematografico e fondatore della rivista “Filosofia dei Diritti Umani/Philosophy of Human Rights”. Nonostante l’età avanzata, da un paio di anni stava lavorando a un romanzo dagli spunti autobiografici. Al suo attivo una ricca produzione scientifica con venticinque volumi senza la menzione della riedizione, alcuni dei quali tradotti anche all’estero. L’annuncio della sua morte da parte della famiglia è arrivato a cremazione avvenuta.