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Barcellona. Addio a Nuñez: 22 anni da presidente “moderno”.

Giornata di lutto per il Barcellona. È morto a 87 anni Josep Luis Nuñez, il presidente più longevo del club: arrivò nell’estate del 1978 e se andò nel 2000, quando fu sostituito dall’amico Joan Gaspart. In Spagna viene riconosciuto come il primo presidente “moderno”: cercò in tutti i modi, e con buon esito, di trasformare il club, renderlo più popolare, più forte a livello sportivo ed economico, proiettato nel futuro. Se il Barça oggi ha superato la soglia del miliardo di dollari di fatturato è anche grazie alle basi poste da Nuñez. Fu lui a rinnovare due volte il Camp Nou, a creare la Masia, a costruire il Mini Estadi, a potenziare la cantera, a rinforzare il concetto di club polisportivo, ad allargare la massa sociale e a lottare per i diritti televisivi, tanto da impedire l’ingresso al Camp Nou delle telecamere di Tve, la tv nazionale spagnola che al tempo gestiva il calcio come da noi la Rai. Era il 1979 e allora solo il Real Madrid, potentissimo e la grande ossessione di Nuñez, riceveva soldi dalla televisione. A livello sportivo con lui è arrivata la prima Champions blaugrana, quella del 1992 a Wembley contro la Sampdoria. Eravamo in piena epopea del “Dream Team” di Johann Cruijff, la squadra che ha rivoluzionato il calcio spagnolo e posto le basi per la seconda grande stagione del calcio in blaugrana, quella avviata da Frank Rijkaard e suggellata da Pep Guardiola, che nel 1992 era in campo agli ordini del maestro olandese. Nuñez prese grandi campioni come Maradona, Schuster, Simonsen, Quini in un primo tempo e poi Ronaldo il Fenomeno, Romario, Rivaldo, Stoichkov, Laudrup, Figo… Molti di questi campioni sono rimasti pochissimo al Camp Nou, brillando, ma entrando anche in conflitto con un presidente vulcanico e dal carattere assai peculiare. Lo scontro più grande di Nuñez fu con Cruijff, tanto che ancora oggi si parla delle correnti che a lungo si affrontarono in seno al club: il “nuñismo” e il “cruyfismo”. Due grandi personaggi quasi sempre in disaccordo, ma che non avrebbero potuto esistere e coesistere l’uno senza l’altro. Insieme, e sempre litigando, hanno lanciato il Barcellona dal medio evo all’età moderna. Se ne sono andati entrambi, ma nel calcio spagnolo saranno ricordati per sempre.

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