Clara Sereni, morta a Perugia all’età di 71 anni, diceva che gli scrittori si dividono in quelli che stanno bene quando scrivono e quelli che patiscono. Lei si metteva nella seconda categoria. Diceva di fare fatica perché per lei scrivere era un’operazione di chiarimento, un modo per fare ordine, per cercare di capire la propria esperienza e qualcosa del mondo che la circondava. Nel suo ultimo libro, Via Ripetta 155, raccontando la sua giovinezza di ventenne nel Sessantotto parlava al plurale di una generazione: quella dell’eskimo, delle feste dell’Unità, delle canzoni di protesta. Il libro, pubblicato da Giunti nel 2015, era arrivato in finale al Premio Strega.
Clara Sereni ha avuto una vita bella e complicata. Nata a Roma nel 1946, in una famiglia ebraica, era figlia di Emilio Sereni, dirigente di primo piano del Pci. Del padre, della madre Xenia Silberberg, a sua volta antifascista e scrittrice di origine russa, ha raccontato la storia nel bellissimo Il gioco dei Regni, considerato il suo capolavoro (la nuova edizione è uscita nel 2017 sempre per Giunti).