Se ne è andato anche Leonardo Sacco, ultima grande voce del meridionalismo più intelligente e più critico, appassionato quanto ironico, mai autocommiseratorio, sempre poggiato sulle spalle larghe e forti di studi seri e di una visione del mondo autenticamente democratica e liberalsocialista. Dopo la scomparsa di Giuseppe Galasso, suo amico e autore della prefazione di uno dei suoi libri, “Matera contemporanea, cultura e società”, la morte di Leonardo Sacco, che fino a 94 anni ha continuato a leggere e a discutere (“Vorrei anche scrivere, ma dovrei trovare qualcuno che batta a macchina le cose che dico, da solo non ce la faccio”), apre un vuoto, com’è accaduto nella nostra letteratura quando, uno dopo l’altro, se ne sono andati Pasolini, Calvino, Sciascia.