Sant’Ambrogio, nato tra il 339 e il 340 a Treviri (Germania) in una nobile famiglia romana, è una delle figure più significative del IV secolo nella Chiesa e nella storia di Milano.
Cresciuto in un ambiente cristiano e dotato di un’educazione classica eccellente, intraprese una brillante carriera amministrativa che lo portò a divenire governatore delle province di Emilia e Liguria con sede a Milano.
Proprio in questa città, nel 374, accadde l’evento che cambiò la sua vita e il corso della storia religiosa locale.
Alla morte del vescovo ariano Aussenzio, Milano si trovò al centro di un acceso conflitto tra ariani e cattolici per la nomina del successore. Ambrogio, intervenuto come governatore per pacificare i tumulti, fu inaspettatamente acclamato dalla folla come vescovo, in un episodio che la tradizione attribuisce alla provvidenza divina.
Sebbene fosse ancora catecumeno, ricevette il battesimo e, in una settimana, venne ordinato sacerdote e consacrato vescovo il 7 dicembre 374.
Ambrogio si dedicò con rigore allo studio della teologia e delle Sacre Scritture, assumendo uno stile di vita ascetico e devolvendo i suoi beni ai poveri.
Come vescovo, fu un instancabile difensore della fede cattolica contro l’arianesimo, che negava la divinità di Cristo.
La sua fermezza trovò espressione in episodi simbolici, come l’occupazione di una basilica destinata agli ariani e il ritrovamento delle reliquie dei martiri Gervasio e Protasio, evento che rafforzò il sostegno popolare alla sua causa.
Ambrogio non fu solo un pastore spirituale ma anche un protagonista della politica religiosa del suo tempo.
Collaborò con gli imperatori Graziano e Teodosio I, influenzandone le decisioni, e affrontò con coraggio momenti di tensione.
Celebre è il confronto con Teodosio, a cui negò l’ingresso in chiesa dopo il massacro di Tessalonica, chiedendogli pubblica penitenza.
Questo gesto di fermezza e umiltà rafforzò il primato della Chiesa nei confronti del potere temporale.
Sant’Ambrogio fu un pioniere nella liturgia cristiana, introducendo il canto antifonale e componendo inni sacri che sono ancora parte della tradizione milanese.
La sua opera teologica e morale, scritta in uno stile accessibile ma profondo, combatté le eresie e offrì una guida spirituale ai fedeli.
Tra i suoi contributi più significativi vi è la conversione di Sant’Agostino, che egli ispirò con la sua eloquenza e il suo esempio.
Sant’Ambrogio morì il 4 aprile 397 e fu sepolto nella basilica a lui dedicata a Milano, accanto ai martiri Gervasio e Protasio.
Considerato uno dei quattro dottori della Chiesa d’Occidente, è venerato come patrono di Milano e figura centrale nella storia del cristianesimo.