L’istituzione di questa ricorrenza risale al X secolo, quando l’abate di Cluny, San Odilone, ordinò la celebrazione dell’Ufficio dei Defunti la sera del 1° novembre, seguita il giorno successivo dalla celebrazione di Messe per tutte le anime bisognose di suffragio.
La pratica di pregare per i defunti ha radici antichissime nella tradizione cristiana.
Tertulliano, nei primi secoli, attesta che la commemorazione dei morti era di origine apostolica, mentre Sant’Agostino sottolineava l’importanza di preghiere, sacrifici ed elemosine per alleviare le anime dalle pene del Purgatorio.
San Gregorio Nazianzeno, ricordando la morte del fratello Cesario, prometteva di offrire ogni anno suffragi per il suo riposo eterno.
Questa celebrazione è un atto di carità cristiana che riflette il profondo legame tra vivi e defunti, uniti nella comunione dei santi.
Le anime del Purgatorio non possono pregare per se stesse, ma noi possiamo aiutarle con le nostre preghiere e Messe, permettendo loro di raggiungere la beatitudine eterna.
Papa Benedetto XV, durante la Prima Guerra Mondiale, estese a tutta la Chiesa la pratica, fino ad allora diffusa solo in Spagna, di permettere a ogni sacerdote di celebrare tre Messe il 2 novembre: una per le intenzioni di chi la richiede, una per tutti i defunti e una secondo le intenzioni del Sommo Pontefice.
La Commemorazione dei Defunti ha un profondo significato teologico, poiché ci richiama al mistero dell’esistenza umana e alla vita eterna.
La fede cristiana insegna che la morte non è la fine, ma un passaggio verso la vita eterna, resa possibile dalla vittoria di Cristo sulla morte.
I defunti non sono “morti”, ma “privati delle funzioni terrene”, in attesa della risurrezione.
Già dai primi tempi del cristianesimo, i credenti nutrivano la speranza della risurrezione, spesso raffigurando la figura di Lazzaro sulle tombe dei propri cari.
La commemorazione liturgica dei defunti divenne ufficiale nel IX secolo, quando venne fissata al giorno successivo alla festa di Ognissanti, per onorare sia i santi già in paradiso sia coloro che ancora aspirano a quella beatitudine.
Pregare per i defunti non solo allevia le loro pene, ma crea un legame di reciproca intercessione tra noi e loro: le anime purganti, una volta arrivate in paradiso, pregheranno per noi e ci offriranno il loro aiuto spirituale.