Dai campielli “dei morti” alle acque di Venezia.
A Venezia, la morte ha sempre avuto una dimensione particolare, intrecciandosi con l’acqua che caratterizza la città lagunare.
Fino al 1804, i defunti veneziani venivano seppelliti in città, con i ricchi che trovavano riposo eterno nelle chiese, mentre i più poveri erano inumati nei campielli “dei morti,” spazi urbani dedicati a tale scopo.
Fu solo con l’emanazione della Legge di Saint Cloud da parte di Napoleone che si stabilì l’obbligo di collocare i cimiteri al di fuori delle mura cittadine, in luoghi salubri e ventilati. Nacque così l’attuale cimitero di San Michele, realizzato unendo l’isola di San Cristoforo.
Essendo un’isola, la città di Venezia richiese la creazione di imbarcazioni specializzate per il trasporto delle salme verso il cimitero.
Questi “battelloni funebri” erano concepiti con una varietà di stili e decorazioni, riflettendo lo status sociale del defunto.
Oggi, una delle poche imbarcazioni superstiti di questa tradizione è conservata nel Padiglione delle Navi del Museo Storico Navale di Venezia.
Con l’avvento della motorizzazione, i tradizionali battelloni a remi vennero gradualmente sostituiti da motoscafi funebri.
Questi mezzi, rivestiti di tessuti neri e decorati con ornamenti più sobri, segnarono un’epoca di transizione per i funerali veneziani.
Tra le reliquie sopravvissute, spicca una fiaccola di poppa e un globo alato, recentemente restaurati grazie all’intaglio di Bruno Barbon, uno degli ultimi maestri artigiani veneziani ancora in attività.
Il restauro del globo alato rappresenta un esempio del sapere artigianale veneziano che rischia di scomparire. Barbon, classe 1939, ha dedicato mesi alla ricostruzione delle ali del globo basandosi su foto storiche e documenti d’archivio.
Il suo lavoro è un omaggio alla tradizione artistica della città, che continua a vivere grazie alla passione e alla dedizione di pochi maestri.
Anche se l’era dei battelloni e delle imbarcazioni sontuose sembra lontana, Venezia mantiene viva la tradizione dei funerali in gondola.
Ancora oggi, alcune cerimonie funebri prevedono il trasporto del feretro su gondole decorate, un’ulteriore testimonianza della profonda connessione tra la città e la sua laguna.
A Venezia, anche la morte assume una dimensione poetica e unica. Le immagini dei funerali in gondola e dei battelloni funebri, così riccamente decorati, raccontano di una città dove ogni aspetto della vita e della morte si intreccia con l’arte, la storia e la tradizione.
Preservare questa memoria significa non solo onorare il passato, ma garantire che la cultura veneziana continui a ispirare il mondo.