Sant’Evaristo, quarto o quinto successore di San Pietro, fu Papa dal 97 al 105 d.C., durante un periodo di intensa persecuzione contro i cristiani sotto l’imperatore Traiano. Nato in Grecia da padre ebreo, Evaristo crebbe in un ambiente culturale ricco, frequentando le principali scuole della sua patria. Accostatosi alla fede cristiana, si iscrisse tra i catecumeni e, dopo il battesimo, divenne un fervente apostolo della fede, dapprima fra i suoi connazionali, poi a Roma, dove fu chiamato dal Papa Anacleto, affascinato dalle sue qualità.
Alla morte di Anacleto, Evaristo fu eletto Papa per unanime consenso dei fedeli. Il suo pontificato fu segnato dalle sfide della persecuzione, durante la quale la Chiesa era costretta a svolgere le sue attività nascostamente nelle Catacombe. Nonostante ciò, Papa Evaristo guidò con saggezza la comunità cristiana, confermando l’importanza della purezza della dottrina e della carità, come testimoniato dal martire Ignazio di Antiochia.
Tra le principali opere attribuite a Papa Evaristo, vi è la suddivisione della diocesi di Roma in “Titoli” o parrocchie, ognuna affidata a un prete cardinale. Questa innovazione organizzativa fu fondamentale per gestire la crescente comunità cristiana nella città di Roma. Inoltre, Evaristo promosse la santificazione del matrimonio, stabilendo che dovesse essere celebrato pubblicamente e benedetto da un sacerdote, un passo significativo che sarebbe stato approfondito da successivi papi, come Leone XIII e Pio XI.
Durante il suo pontificato, Evaristo conferì i sacri ordini in tre occasioni, consacrando vescovi, sacerdoti e diaconi per garantire la continuità della guida spirituale della Chiesa.
Sant’Evaristo morì nel 105 d.C., probabilmente martire sotto Traiano. Le sue spoglie furono deposte sul Colle Vaticano vicino alla tomba di San Pietro, testimoniando l’importanza della sua figura nel consolidamento della Chiesa primitiva.