Il 12 gennaio 1997 rimarrà per sempre impresso nella memoria collettiva come il giorno di una delle più gravi tragedie ferroviarie italiane.
Un ETR 460, conosciuto anche come “Pendolino”, stava percorrendo la tratta Milano-Roma quando, a soli 300 metri dalla stazione di Piacenza, avvenne l’impensabile: il treno deragliò improvvisamente.
L’incidente, avvenuto a velocità sostenuta, costò la vita a otto persone e provocò il ferimento di altre ventinove.
Tra i passeggeri a bordo si trovava anche l’ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, che uscì miracolosamente illeso.
La sua presenza tra i sopravvissuti suscitò grande attenzione mediatica e contribuì a portare l’episodio sotto i riflettori nazionali.
Le dinamiche dell’incidente
Il deragliamento si verificò in un tratto in cui il treno avrebbe dovuto viaggiare a velocità ridotta. Tuttavia, a seguito di un problema tecnico al sistema di controllo della velocità, il convoglio affrontò una curva a una velocità troppo elevata, causando il disastro.
Alcune carrozze si ribaltarono, intrappolando numerosi passeggeri tra le lamiere.
I soccorsi furono immediati, con decine di squadre di vigili del fuoco, sanitari e volontari accorsi sul luogo dell’incidente.
La scena che si presentò agli occhi dei soccorritori fu straziante: macerie, corpi, e il silenzio interrotto solo dalle urla dei feriti.
Le vittime e i sopravvissuti
Tra le vittime si contarono pendolari, turisti e uomini d’affari. Le loro storie, raccontate nei giorni successivi, dipinsero un quadro di vite spezzate e sogni interrotti. D’altro canto, i sopravvissuti, come Francesco Cossiga, portarono testimonianze di quei drammatici momenti, sottolineando il coraggio e la solidarietà che si manifestarono in quelle ore difficili.
Le conseguenze
L’incidente aprì un dibattito nazionale sulla sicurezza ferroviaria in Italia. Vennero avviate indagini approfondite per stabilire le responsabilità, e successivamente furono introdotte nuove normative per migliorare i sistemi di controllo e prevenzione.
La tragedia mise in luce le lacune tecniche e organizzative del sistema ferroviario dell’epoca, portando a significativi investimenti in infrastrutture e tecnologie.
Il ricordo
Oggi, a distanza di anni, il deragliamento del “Pendolino” a Piacenza è ricordato non solo come una tragedia, ma anche come un momento di riflessione sul valore della sicurezza nei trasporti pubblici.
Ogni anno, una cerimonia commemorativa viene organizzata per onorare le vittime e mantenere viva la memoria di quel drammatico giorno.
Questa tragedia è un monito per il futuro, un invito a non abbassare mai la guardia sulla sicurezza e a continuare a lavorare per garantire che simili eventi non si ripetano mai più.