In occasione dell’anniversario della scomparsa di Stefano D’Orazio, il mondo della musica e i fan ricordano con affetto e ammirazione un artista che ha lasciato un segno indelebile nel panorama musicale italiano.
D’Orazio, batterista e voce storica dei Pooh, è stato non solo un talentuoso musicista, ma anche un compositore e autore capace di dare forma a parole e note che hanno accompagnato diverse generazioni.
Stefano D’Orazio nasce a Roma il 12 settembre 1948.
Fin da giovane si avvicina al mondo della musica, iniziando a suonare la batteria e partecipando a vari progetti musicali.
La sua vita cambia nel 1971, quando entra a far parte dei Pooh, una delle band italiane più amate e longeve di sempre.
L’ingresso nella band rappresentò una svolta epocale sia per lui che per il gruppo stesso, portando nuova linfa e creatività a una formazione che avrebbe scritto pagine indimenticabili della storia della musica italiana.
D’Orazio si distinse immediatamente non solo per le sue doti di batterista, ma anche per la sua capacità di scrivere testi profondi e poetici. Alcuni dei successi più celebri dei Pooh, tra cui “Chi fermerà la musica” e “Pensiero,” portano la sua firma, segno del talento versatile e della sensibilità che lo caratterizzavano.
Oltre alla musica, D’Orazio nutriva una grande passione per il teatro e la scrittura.
Negli anni, si dedicò a diverse opere teatrali, realizzando musical di successo come “Aladdin”, “Mamma Mia!” e “Pinocchio”, collaborando con colleghi del calibro di Saverio Marconi e Piparo.
La sua capacità di adattare storie al contesto musicale lo portò a esplorare nuovi orizzonti artistici, facendo di lui un artista poliedrico e apprezzato a tutto tondo.
La creatività e l’energia con cui D’Orazio affrontava i suoi progetti teatrali e musicali rivelano il suo desiderio costante di sperimentare e superare i confini della tradizione.
Fu uno dei pochi artisti italiani capaci di passare dalla musica leggera al teatro musicale con una naturalezza sorprendente, guadagnandosi l’ammirazione di colleghi e pubblico.
Nel 2009, D’Orazio lasciò i Pooh, annunciando il suo ritiro dalle scene per dedicarsi a nuovi progetti.
L’addio suscitò grande commozione tra i fan, che non potevano immaginare un futuro senza di lui nella band. Tuttavia, nel 2016, in occasione del 50° anniversario della formazione, D’Orazio tornò sul palco insieme ai suoi compagni per un tour di addio trionfale.
Fu un momento emozionante, un ultimo abbraccio che sancì la storia della band e del loro rapporto con il pubblico.
Quel tour segnò una conclusione epica alla carriera della band, regalando ai fan momenti indimenticabili e celebrando l’amicizia e la complicità che avevano sempre unito i membri dei Pooh. Il legame speciale con i suoi compagni di viaggio, Roby Facchinetti, Dodi Battaglia e Red Canzian, fu sempre un pilastro fondamentale nella vita di D’Orazio.
Stefano D’Orazio si è spento il 6 novembre 2020, a causa di complicazioni legate a un’infezione respiratoria in un periodo già complicato per il mondo intero.
La sua scomparsa ha lasciato un grande vuoto nel mondo della musica italiana e nel cuore dei suoi fan.
Molti hanno voluto ricordarlo come un uomo gentile, generoso e sempre pronto a regalare un sorriso.
Il suo ricordo vive non solo nei successi che ha contribuito a creare, ma anche nell’eredità artistica e umana che ha lasciato. Le sue canzoni, intrise di emozione e poesia, continuano a risuonare nelle case di chiunque sia cresciuto con la musica dei Pooh, accompagnando i momenti della vita con la stessa dolcezza con cui Stefano interpretava ogni suo brano.
il ricordo di Stefano D’Orazio va ben oltre le note e i testi che ha lasciato.
La sua capacità di connettersi profondamente con il pubblico, di raccontare storie di vita e di emozioni universali, rimane un faro per chiunque abbia conosciuto la sua arte. La sua è una storia di amore per la musica, per la creatività e per il pubblico, un amore che, anche dopo la sua scomparsa, continua a unire e a far rivivere quei ricordi indimenticabili.