Il 28 ottobre ricorre l’anniversario della morte di Guido Nicheli, un attore che, nonostante un’immagine spesso stereotipata, è riuscito a scolpire il proprio nome nel panorama cinematografico italiano come l’icona inconfondibile del “cumenda” milanese.
Nicheli, con i suoi modi impeccabili e le battute in dialetto lombardo, ha portato un tipo di umorismo sincero e leggero che gli spettatori italiani ricordano con affetto e nostalgia.
Nato a Bergamo nel 1934, Nicheli si trasferì a Milano, dove divenne noto nei locali notturni e tra la borghesia meneghina. La sua aura da gentleman raffinato, abbinata a una vena umoristica spontanea, attirò l’attenzione dei cineasti che decisero di portarlo sul grande schermo. Era lontano dall’essere un attore tradizionale; in realtà, la recitazione arrivò quasi per caso. Tuttavia, il suo esordio come “caratterista” segnò la nascita di un personaggio che sarebbe divenuto sinonimo di “milanesità” e jet-set all’italiana.
Il vero successo arrivò con la saga di “Vacanze di Natale” e le commedie degli anni ’80, in cui interpretava il ricco industriale milanese, perennemente abbronzato e pronto a sfoggiare l’ultimo modello di auto o a discutere di golf e viaggi esotici. Guido Nicheli non interpretava solo un personaggio; incarnava un’epoca, uno stile di vita, e una mentalità che permeavano le dinamiche sociali dell’Italia di quegli anni.
I film di cui ha fatto parte, come “Sapore di Mare” e “Vacanze di Natale”, sono stati veri e propri cult generazionali, in cui il suo “cumenda” strappava risate con battute inconfondibili. Chi non ricorda frasi come “ragazzi, dov’è l’Aston Martin?” o “Andiamo a Cortina, signori!”?
Il pubblico ritrovava in lui un personaggio che, seppur sopra le righe, era un ritratto ironico e a tratti affettuoso dell’imprenditore e del rampante anni ’80, pieno di eccessi e ossessioni per il lusso.
Nonostante l’immagine pubblica di uomo della Milano “da bere,” Nicheli era una persona genuina, dotata di autoironia e priva di vanità. Conosciuto come una persona estremamente disponibile, trattava tutti con lo stesso rispetto, dagli amici attori ai fan. Gli amici lo descrivevano come un gentiluomo di vecchio stampo, con una battuta sempre pronta ma mai offensiva, e un rispetto profondo per il pubblico che lo aveva reso famoso.
Guido Nicheli ci ha lasciati nel 2007, ma il suo personaggio è diventato immortale nella cultura pop italiana. Le sue battute sono ancora oggi citate dai fan, mentre i suoi ruoli continuano a essere amati anche dalle nuove generazioni, che scoprono nelle commedie degli anni ’80 una leggerezza e una semplicità rare.
L’eredità di Guido Nicheli non è solo cinematografica; è una rappresentazione di un periodo storico e di un tipo di comicità unica che forse oggi manca. Con il suo fare spavaldo e l’inevitabile accento milanese, Guido Nicheli ha saputo immortalare un archetipo sociale, facendo ridere e riflettere su uno spaccato di Italia che non esiste più.