Era nato a Portamaggiore, in provincia di Ferrara, il 29 luglio 1934. Faceva parte della nota famiglia circense degli Orfei.
Fin da piccolo si era interessato alla recitazione ed aveva iniziato a calcare le scene come comico, domatore, giocoliere e clown negli spettacoli della famiglia. Recitò in due pellicole di Federico Fellini: nel 1971 nel film “I Clowns”.
Nel 1973 intepretò il ruolo dello zio della protagonista in “Amarcord”. Aveva esordito sul grande schermo nel 1966 con il regista Sergio Bergonzelli, in “MMM 83 – Missione morte molo 83”.
La sua ultima esperienza risale al 1979, con una parte nel film “L’ingorgo” di Luigi Comencini. Poi Orfei abbandonò il cinema e si dedicò completamente al teatro e al circo.
Fino a quando ha potuto, Nandino, come veniva chiamato da tutti, è andato in giro con la compagnia. Dopo un inizio, da giovanissimo, come giocoliere abilissimo, era passato nella gabbia dei leoni e delle tigri, come domatore. Da tempo aveva smesso, ma, fino a quando la malattia glielo ha permesso, entrava in scena nel finale dello spettacolo a ogni serata per salutare il pubblico, indossando l’immancabile giacca bordeaux.
Con le produzioni “Circo Rama” e “Circo delle mille e una notte” era diventato famosissimo, così come tutta la famiglia Orfei. Appassionato del circo e della sua vita, Nando Orfei è definito da chi ha lavorato con lui una “persona dolcissima, una persona favolosa“. “Il circo è e sarà sempre il più grande spettacolo del mondo” era la sua frase e, tra le ultime volontà espresse c’è quella cult del mondo dello spettacolo: qualsiasi cosa accada, “the show must go on“.
fonte: www.ilgiornale.it