Figura emblematica dell’industria italiana, scomparso il 18 agosto 2020 all’età di 97 anni. Romiti è stato un protagonista indiscusso del panorama economico e industriale del Paese, lasciando un’impronta indelebile in alcuni dei momenti più cruciali della storia dell’Italia del dopoguerra.
Nato a Roma nel 1923, Cesare Romiti si laureò in Scienze Economiche e Commerciali all’Università La Sapienza. La sua carriera iniziò nella direzione amministrativa della società di costruzioni BPD – Bombrini Parodi Delfino, dove lavorò dal 1947. Dopo alcune esperienze in altre aziende, Romiti approdò al vertice del gruppo Snia Viscosa e poi alla compagnia aerea Alitalia.
Il vero salto di qualità arrivò nel 1974, quando Romiti entrò in Fiat, inizialmente come direttore finanziario. Fu però nel 1976, a seguito dell’improvvisa scomparsa dell’allora presidente Umberto Agnelli, che Romiti divenne amministratore delegato e, in seguito, presidente della più grande azienda automobilistica italiana. Il suo mandato alla Fiat, durato oltre due decenni, fu caratterizzato da una gestione autoritaria e da decisioni strategiche che segnarono profondamente il gruppo, conducendolo attraverso anni difficili di crisi economiche e conflitti sindacali.
Tra i suoi successi, si ricordano l’espansione internazionale di Fiat, con l’acquisizione di marchi stranieri, e la ristrutturazione del gruppo durante gli anni ’80. Romiti fu anche al centro di una delle battaglie sindacali più aspre della storia italiana, culminata con la “marcia dei 40.000” a Torino nel 1980, che segnò una svolta nelle relazioni tra la Fiat e i sindacati.
Oltre al suo impegno con Fiat, Romiti fu presidente della RCS MediaGroup, uno dei maggiori gruppi editoriali italiani, dove continuò a esercitare una notevole influenza nel mondo dei media e della cultura. Sotto la sua guida, il gruppo espanse le sue attività e rafforzò il suo ruolo di leader nel settore.
Cesare Romiti fu un personaggio complesso e controverso, spesso descritto come un “duro” per la sua fermezza e determinazione. Tuttavia, era anche riconosciuto per la sua visione strategica e la capacità di guidare le aziende attraverso momenti turbolenti, contribuendo in modo significativo allo sviluppo dell’economia italiana del XX secolo.
La sua scomparsa ha lasciato un vuoto nel mondo dell’industria, ma il suo lascito continua a vivere nelle imprese che ha guidato e nelle persone che ha influenzato. A un anno dalla sua morte, molti ricordano Romiti non solo come un grande dirigente, ma come un simbolo di un’epoca di grandi trasformazioni economiche e sociali in Italia.
Il suo impegno, la sua determinazione e la sua capacità di prendere decisioni difficili rimangono un esempio per le future generazioni di leader.
Cesare Romiti ha incarnato l’idea del “capitano d’industria”, un uomo che ha saputo navigare con abilità e coraggio nelle acque spesso tempestose dell’economia italiana e globale.
Mentre ricordiamo Cesare Romiti in questo primo anniversario della sua morte, siamo invitati a riflettere sul suo contributo al mondo dell’industria e sull’eredità che ha lasciato, una lezione di leadership e determinazione che continua a ispirare.